La capacità di elaborazione in dispositivi che stanno più vicini all’utente finale o a dove si generano i dati rende più efficiente la gestione del data di una impresa industriale. Riducendo la distanza che i dati devono percorrere o inviando al sistema centrale dati in parte già analizzati o scremati o facendo funzionare macchine localmente le applicazioni si avvicinano sempre di più a un funzionamento in tempo reale e le operazioni sono rese più resiliente e sicure. Ora anche il 5G comincia ad avere un ruolo in queste architetture nell’edge.
“Noi crediamo che il 5G abbia bisogno dell’edge computing più di quanto l’edge computing abbia bisogno delle reti 5G“, dicono a Stl Partners delle due tecnologie nell’ambito della manifattura digitalizzata. Il perché lo spiega Dalia Adib, consulente capo e responsabile delle operazioni per l’edge computing di Stl Partners a Londra, nella sua presentazione al 5G Briefing 2021, l’incontro dove esperti delle telecomunicazioni si aggiornano sui rispettivi progressi in ambito 5G.
Adib basa il suo ragionamento anche su alcuni trend da loro osservati nell’ambito cloud e della digitalizzazione: una sempre maggiore adozione di processori a base ottica; la capacità di gestire carichi di lavoro su vari tipi di infrastrutture per rendere queste elaborazioni più dinamiche e reattive alle necessità delle nuove applicazioni; e infine, l’utilizzo da parte delle imprese di cloud ibrido, vale a dire, non solo data center proprietari, non solo cloud pubblico. “Questo approccio – che continuerà”, dice Adib, che fa da consulente sia a imprese sia a operatori, “frammenta l’infrastruttura tradizionale in vari tipi di infrastrutture nella parte finale dei sistemi e quindi c’è la necessità di gestire al meglio questa infrastruttura frammentata“.
L’adozione della realtà aumentata (Ar) nel settore manifatturiero ha rappresentato nel 2020 la quota più alta di un mercato che complessivamente vale ormai oltrDalia Adib – Principal Consultant & Practice Lead – Edge Computing, STL Partnerse 19 miliardi di dollari. È proprio attorno a questo tipo di nuove applicazioni e servizi – che includono la realtà mista (Xr) e virtuale (Vr), le auto a guida autonoma o a guida assistita e altre applicazione per media più interattivi – che Adib vede una prospettiva interessante per infrastrutture di edge computing che successivamente si appoggeranno su reti 5G. Tra i casi d’uso, uno immediato sarebbe quello dei dispositivi di Ar e Vr che non dispongono di connettività continua durante l’operatività, come quando lavorano in zone remote o fuori segnale, che possono scaricare i dati nel sistema all’edge per una prima elaborazione o messa in sicurezza. È qui che l’infrastruttura edge “sarà determinante”, dice Adib.
Quanto alla latenza, quando le applicazioni hanno bisogno di una latenza ultra bassa, una rete wireless tradizionale non può garantirla facilmente, tanto più quando si tratta di Ultra-Reliable Low-Latency Communications (Urllc), vale a dire, una immediatezza della risposta del segnale di 5-10 millisecondi. L’affidabilità della connessione in certi casi d’uso è critica – si pensi alla sanità o ai servizi di emergenza o ad applicazioni industriali che si stanno sviluppando (quale uso di macchinari pesanti).
“Un approccio all’edge computing è quello del supporto alle applicazioni che funzionano sul cloud per la massima affidabilità”, spiega Adib, “perché non importa quanti noni la rete prometta, parliamo pur sempre di un sistema complesso, di reti connesse ad altre reti, ed è difficile garantire l’affidabilità massima quando l’applicazione è utilizzata in un luogo del mondo dall’utente finale e il server del cloud sta in un altro continente. Il rischio che ci siano dei momenti di calo della rete è reale. Se l’applicazione è invece gestita su un’infrastruttura collocata più vicina all’utente finale si abbassa di molto il rischio di problemi di affidabilità”.
Molti gestori stanno sviluppando strategie per fornire servizi cloud basati su data center posti nei singoli paesi (Aws, Microsoft, Salesforce…) per rispondere al nuovo orientamento a proteggere anche esigendo la loro conservazione localmente. “Quanto alla localizzazione dei server che immagazzinano o elaborano i dati, l’edge potrebbe avere un ruolo critico per le reti 5G – come anche per quelle 4G esistenti – nell’aiutare le aziende ad adempiere alle regolamentazioni che sempre di più in vari paesi impongono di conservare i dati localmente anche se il cloud è globale”, dice Adib.
Dal punto di vista economico, l’opportunità dell’edge computing abbinato al 5G per le imprese industriali sta proprio nella possibilità di consolidare l’infrastruttura centrale senza il bisogno di avere data center completi in ogni sede operativa, e poter contare al tempo stesso su una capacità di elaborazione e di storage locale.
Quando il cliente è un operatore telecom, è l’osservazione di Stl Partners, il vantaggio sta nel recuperare i siti delle infrastrutture delle reti tradizionali rendendoli più simili a data center per sviluppare tecnologie che migliorino le reti e potere offrire nuovi servizi funzionanti nella parte locale delle reti, tra cui cloud e cloud containerizzato.
La capacità di poter scegliere quali dati fare trasportare alla rete è molto importante per alcuni settori industriali. Un esempio è l’automotive. “Anche se il cloud e la rete 5G forniscono la possibilità di collaborare remotamente, per esempio, su progetti ingegneristici, resta il fatto che i modelli digitali o i digital twin sono la loro fondamentale proprietà intellettuale.”, spiega Adib. “Poterla tenere localmente anche grazie a dispositivi di edge computing può risolvere questo tipo di problematica”. Infine, la possibilità di gestire i dati localmente farebbe risparmiare le imprese in quanto riserverebbero la più costosa connettività ad alta capacità di banda e velocità alle applicazioni economicamente più critiche e redditizie.
Nell’industria la tendenza è a spostare le applicazioni dalle infrastrutture computazionali locali al cloud o a un ambiente tipo cloud. “Molte non potranno essere spostate al sistema centrale proprio per una questione di latenza”, spiega Adib, “ma qui entra in campo un altro beneficio della combinazione 5G-edge computing: la possibilità di tenere nell’edge le applicazioni che gli operatori useranno localmente aumentando la flessibilità di tutto il sistema.
Da ultimo, ma non meno importanti, sono le reti private che coprono una zona di operazioni o un campus. Non sono certamente nuove nei porti, nel settore minerario e in quello petrolifero. Molte funzionano con il proprio spettro, mentre il collegamento alla rete pubblica avveniva finora con LTE-4G.
Stl vede la combinazione delle due tecnologie, edge computing e 5G, come catalizzatore anche per lo sviluppo di nuove applicazioni di nicchia che hanno bisogno di funzionare su parti segregate della rete. Adib fa l’esempio di una mega società nel settore della logistica che gestisce magazzini e operazioni locali per a sua volte altre società della logistica. Le operazioni dei suoi singoli clienti devono restare segregate nella rete e loro devono poter offrire loro reti private adattate alle loro esigenze. Ciò è fattibile grazie alla possibilità di slicing del network nel 5G.
Sono molti, conclude Adib, i casi d’uso che trarranno grandi benefici dalla combinazione 5G-edge computing nell’industria e non tutti avranno bisogno di una rete privata. A Stl prevedono, per esempio, una esplosione nelle fabbriche dell’utilizzo di controller virtualizzati che via wi-fi si collegano a reti 4G o 5G.
L’edge computing potrebbe contribuire anche a risolvere il ciclo lento di roll-out del 5G e il paradosso dell’implementazione delle sue reti sul fronte industriale. Il paradosso è che gli operatori tendono a lanciare ed ampliare le reti 5G nelle zone urbane con la maggiore densità di popolazione, mentre l’industria è spesso sita in luoghi remoti dove l’incentivo economico per gli operatori è più basso. Costruire infrastrutture edge che consentano lo sviluppo di applicazioni per latenze molto basse o quasi real-time da sperimentare con reti private o il 4G esistente, spiega Adib, darebbe come risultato avere già applicazioni pronte per il 5G quando queste reti copriranno anche quelle zone del territorio.
La strada alternativa è che questo ruolo lo assumano i consumatori cominciando a utilizzare applicazioni chi si avvicinino alle funzionalità del 5G per velocità e altro, in modo che quando le reti copriranno anche le zone industriali molti di questi settori avranno applicazioni pronte e sperimentate.
La conferenza 5G Briefing riunisce la comunità del settore telecom 5G per lo scam
bio di informazione direttamente dai protagonisti di architetture tecniche , modelli di business e impatto sulla società della tecnologia 5G. Coinvolge operatori, rappresentanti delle istituzioni, della ricerca e dell’industria e dell’it del settore privato.
Moderatore all’ultimo evento è stato Guy Redmill di Redmill Communications.
Tra i delegati: