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I server dietro al cloud: da quelli basici all’hyperscale come chiedono i giganti della tecnologia e il 5G

Video, tempo reale, intelligenza artificiale (Ai) , miliardi di collegamenti, ricerca istantanea, sicurezza assoluta per ognuna delle centinaia di migliaia di aziende collegate contemporaneamente: non ci si pensa, ma dietro alle funzionalità estreme dei settori del cloud computing, dei social media, delle grandi piattaforme e dei fornitori di contenuto ci sono dei server, macchine molto reali e potenti da qualche parte nel mondo.

Che si arrivasse agli hyperscale data centers, vale a dire, a data center in grado di rispondere alla capacità, velocità e affidabilità sempre maggiori richieste, era giocoforza.

Chi sta dietro a tutti i click, like, ricerca, e streaming delle grandi piattaforme e di quelle meno grandi? È molto probabile che sia Quanta, che con più di $34 miliardi di fatturato fa parte della lista Fortune 500. Quanta è un cosiddetto original device manufacturer (Odm), un produttore di elettronica, grande e piccola, ai cui prodotti i brand assegnano poi il proprio marchio – un notebook su quattro è prodotto da Quanta.

“Verso la fine degli anni 2000, con l’acquisizione di Facebook come cliente nel segmento open rack infrastructure, l’azienda ha iniziato a disegnare architetture server aperte per infrastrutture cloud. Ne è nata una divisione specifica, Quanta Cloud Technology (Qct), con vendita ai clienti finali. L’evoluzione ci ha portato alle open compute platform e a diventare uno dei leader nel mondo per le cloud infrastructure. Non possiamo parlare pubblicamente dei molti clienti della divisione, ma basti menzionare Facebook”, dice Maurizio Riva, vicepresidente di Qct per l’Emea. Oggi a Düsseldorf, dopo 15 anni in Intel come direttore Emea Oem e general manager per l’Italia, Riva ci spiega la strategia per il mercato infrastrutture cloud in generale e per le telecomunicazioni in particolare.

Quali sviluppi vi hanno portato a disegnare e implementare la prima rete mobile totalmente virtualizzata e cloud-native?

Gli operatori sono da tempo alla ricerca di questo tipo di infrastrutture e piattaforme costruite con tecnologie open per consentire applicazioni e servizi 5G e ottimizzate per la performance. Così, insieme a Intel, Rakuten e Red Hat abbiamo sviluppato una rete mobile completamente virtualizzata e pronta per il 5G, la prima di questo tipo. Abbiamo sfruttato la nostra esperienza nel cloud computing, per creare un network completamente basato sul cloud e totalmente automatizzato sia per quanto riguarda la rete stessa sia per i servizi che fornisce.

Perché i grandi clienti, come gli operatori che si attrezzano per il 5G, dovrebbero investire in questo tipo di infrastruttura?

muoversi verso la ottimizzazione e l’efficienza dei servizi e dei costi, e quindi verso gli hyperscale server centers*, verso le open compute platform e verso la standardizzazione dell’infrastruttura, è per gli operatori una scelta obbligata. Tenga conto che oggi in un data center, la metà dei costi sono quelli del consumo energetico. Questa è la realtà e su questo punto dobbiamo pertanto essere assolutamente esigenti. Il mercato degli operatori contribuirà moltissimo a efficientare le infrastrutture [del cloud computing]. Per questo lo riteniamo importantissimo e strategico. Qct è stata un disruptor, un’azienda che ha capovolto la scena del cloud e vogliamo esserlo anche nel mercato delle telco.

In poche parole, l’efficienza energetica è cruciale nel settore delle telecomunicazioni e non solo…

Sì. È un trend del comparto dei server: andare verso una sempre maggiore densità e quindi verso la necessità che la manutenzione, tra le altre cose, sia sempre più veloce e semplice. Ciò riguarda anche il disegno dei server con nuove soluzioni per il minor consumo possibile.

Le faccio un esempio: abbiamo clienti che hanno 50.000 server. Se si risparmia anche un solo watt su 50.000 nodi di server, il risparmio può assommare a ben 50.000 kW/ora. La nostra certificazione dell’efficienza energica è molto severa. Utilizziamo alimentatori di classe platino-titanio che efficientano considerevolmente il consumo energetico del server.

Un altro aspetto molto importante è il raffreddamento che compiono le ventole. La nostra certificazione garantisce che ogni ventola non superi una certa percentuale del totale del consumo del server.

Inoltre, tutto ciò si riflette direttamente anche nel disegno dei server. Ne discutevo un’ora fa con un cliente. Troppi cavi, per es., frenano l’aria e le ventole devono girare più veloci. Meno cavi, invece, permettono alle ventole di girare più lentamente e consumare pertanto meno elettricità.

A Quanta ragioniamo su questi aspetti con molta attenzione, perché l’efficienza del consumo energetico è fondamentale. Molti cloud service provider delle telecomunicazioni beneficiano già di disegni che collocano i cavi, per es., secondo il criterio dell’efficienza energetica. se i cavi s’incrociano in un armadio limitano il passaggio dell’aria e quindi questi disegni li fanno passare tutti dietro o tutti davanti, per evitare architetture complesse.

L’altro aspetto che riteniamo un trend importante è il raffreddamento liquido. Anche qui stiamo lavorando a soluzioni anche per le Cpu e le Gpu. Questi sono i tipi di server utilizzati sempre di più dai cloud service provider, e non solo, quando si fanno lavorare soluzioni di intelligenza artificiale. In quest’ultimo caso, poiché la quantità di calore che devono dissipare questi prodotti è alta, proprio per l’alta concentrazione di performance all’interno del server, a volte occorre raffreddarli con liquido.

Recentemente mi hanno spiegato al Metro di Madrid il risparmio energetico che si può ottenere ottimizzando il funzionamento delle ventole dei tunnel con soluzioni di intelligenza artificiale. È anche questo un trend?

Assolutamente, questa è la strada ed è ciò che vediamo come un trend generale, nel nostro caso nel settore dei cloud service provider. Oggi i cloud service provider mettono a disposizione istanze di intelligenza artificiale, che non sono altro che algoritmi per ottimizzare delle funzionalità. Possono essere dati da sensori che analizzano la temperatura e l’umidità dell’aria e calcolano quindi la velocità a cui deve girare la ventola in un dato momento. Questo si può fare con Ai del tipo detto deep learning.

Potrebbe succedere che nuovi operatori basati totalmente sul cloud abbiano un vantaggio competitivo su quelli tradizionali perché operano con una efficienza superiore?

Quando parliamo di 5G, una prima barriera è la licenza, e vediamo che ora sono in corso diverse gare. Poi c’è la permissistica per installare le antenne. Qui gli operatori tradizionali hanno il vantaggio di avere già fatto gli investimenti per la licenza e hanno già le antenne. Addirittura in Italia stanno stringendo delle joint venture per utilizzare le antenne in comune.

Il grande dibattito oggi nel settore delle telecomunicazioni è come preservare gli investimenti e, al tempo stesso, pianificare il risparmio nel futuro. Considerando quest’ultimo aspetto, sono certo che un’azienda che impieghi soluzioni come le nostre avrà grandi opportunità.

Come stanno gestendo gli operatori a livello globale l’evoluzione delle infrastrutture per il 5G?

Intanto vediamo che sul mercato mondiale Cina e Stati Uniti stanno andando più veloci dell’Europa, forse per la frammentazione di nazioni, forse per la frammentazione del numero di operatori. È inevitabile che tra gli operatori tradizionali ci siano delle resistenze, perché si sta parlando di cambiare completamente l’infrastruttura per ridurre i costi. In Europa poi ci sono anche dei vincoli di tipo legislativo relativi al lavoro e altro. Non è semplice.

Il 5G aumenta sostanzialmente la necessità di elaborazione vicino alla fonte dei dati…

Pensi alla guida autonoma, al fatto che sempre più device saranno distribuite e avranno quindi bisogno di una concentrazione della capacità di elaborazione locale per vitare di dover portare troppi dati verso la sorgente di elaborazione e il rischio di colli di bottiglia nella rete. Per questo motivo è necessaria una bassa latenza e dobbiamo lavorare sempre di più sull’edge.

Questo è un aspetto molto importante delle piattaforme innovative del 5G. La prima infrastruttura al mondo interamente basata sul cloud per reti 5G** ‒ ha vinto anche il premio Computex 2019 a maggio a Taipei, Taiwan ‒ fornisce un edge ricco di fibra progettato per avere la massima agilità nelle reti mobili, nelle infrastrutture e ne i servizi associati. I fornitori di servizi telco ora possono dare un giro di volta alla trasformazione delle loro reti edge per più velocità di servizio, efficienza e flessibilità, proprio per prepararsi alla scala di dispositivi che l’Internet of Things (IoT) connetterà.

 

* Convenzionalmente i data center con più di 5.000 server e più di 930m2.

** Next Generation Central Office (NGCO) Solution basato sulla tecnologia Intel®.