Tre trend stanno convergendo per dare nuove potenzialità alla realtà aumentata (AR) in ambito industriale. Questa tecnologia in continua evoluzione che anche nella manifattura usa dispositivi tanto comuni quali tablet, smartphone e sempre di più visori, sta diventando uno strumento centrale nella produzione e, in particolare, nella manutenzione, nell’assemblaggio, nel training, nell’acquisizione di procedure, nell’accesso documentale e nel monitoraggio degli impianti.
Il primo trend che sostiene la crescita dell’AR arriva dal mercato consumer. Qui l’offerta di dispositivi di realtà virtuale (VR) per la fruizione di esperienze immersive si è notevolmente ampliata con continue novità.
L’ ultima è l’ingresso di Apple nell’arena delle tecnologie AR/VR con il Vision Pro, il primo visore per l’AR dell’azienda di Cupertino. Notoriamente votata allo sviluppo di tecnologie per il mercato consumer, Apple ha lanciato a inizio 2024 il nuovo device che potrebbe rappresentare un vero e proprio punto di svolta per l’evoluzione del segmento. Il motivo è che la tecnologia dietro a Vision Pro, a differenza di quella impiegata dalla maggior parte dei visori VR disponibili sul mercato, integra l’augmented reality con lo spatial computing.
È una unione di tecnologie importante che permette di percepire la tridimensionalità spaziale del contesto applicativo mentre si fruisce dell’esperienza immersiva. Diversamente da molti altri visori, il prezzo dell’Apple Vision Pro non è proprio abbordabile, ma il suo ingresso nel mercato potrebbe comunque dare un ulteriore impulso all’adozione dell’AR in molti settori e in particolare in quello industriale.
Il secondo trend è l’integrazione con l’intelligenza artificiale (AI) – uno sviluppo naturale considerando che la realtà aumentata poggia come l’AI su dati che provengono da varie fonti – dal disegno Cad 3D al digital thread, all’IIoT dal plant o dagli impianti. L’AI dà alla realtà aumentata la capacità di riconoscere il linguaggio naturale, di ascolto e di analizzare sorgenti esterne. Inoltre, permette di elaborare autonomamente la realtà acquisita tramite i visori, tra gli altri dispositivi, e di acquisire le immagini di tutti i passaggi in cui si articola un lavoro, ad esempio, un assemblaggio o una ispezione qualitativa. IL fatto l’AR abbia anche la capacità di osservare e analizzare l’ambiente circostante, la rende uno strumento che potenzialmente può acquisire le informazioni necessarie a generare set di istruzioni operative in modo autonomo – prima lo faceva usando le informazioni già elaborate da altre fonti: dall’ingegneristica e il design ai manuali, ai nuovi casi elaborati dall’Ai altrove.
L’intelligenza artificiale può così contribuire a rendere le esperienze di realtà aumentata più realistiche ed efficaci – e con i passi da gigante che il mercato dei dispositivi VR sta compiendo le opportunità sono enormi. Tra le prime soluzioni c’è il Vuforia Step Check di PTC, che combina realtà aumentata e intelligenza artificiale in un potente strumento altamente intuitivo in grado di gestire i flussi di lavoro guidando interattivamente l’operatore.
Il terzo trend è l’AR-as-a-service che semplifica enormemente l’adozione.
Disporre di persone, prodotti e processi interconnessi oggi è un fattore di primaria importanza e la realtà aumentata garantisce una comunicazione universale, trasparente e collaborativa. Con l’AR, ad esempio, i tecnici esperti possono guidare da remoto i lavoratori freschi d’inserimento o ancora inesperti assistendoli su particolari processi. In particolare, nell’inserimento di nuovi dipendenti, l’AR si rivela uno strumento intuitivo da utilizzare per la loro formazione. Inoltre, come strumento semplice, o sofisticato se in combinazione con la visione spaziale e l’AI, ha l’importante valore di rendere semplice la raccolta del sapere e dell’esperienza dei lavoratori che stanno per lasciare la forza lavoro.
Molte delle aziende che hanno integrato applicazioni AR nel loro flusso di lavoro scelgono, infatti, di utilizzare device tradizionali come smartphone e tablet. Questi dispositivi, seppure di uso comune e dai costi accessibili, grazie alla potenza sempre maggiore dei loro processori possono fornire esperienze d’uso efficaci e molto ricche.
L’”AR come servizio” – o AR-as-a-Service – è una tendenza che si sta facendo largo. Stando al fornitore pioniere nel segmento, PTC, adottare package hardware/software integrati completi dal punto di vista funzionale, operativo e dell’assistenza è la scelta di un numero crescente di aziende. Soprattutto nel segmento pmi, il modello SaaS rende semplice l’adozione dal punto di vista tecnico e abbatte il costo iniziale, pur avendo uno strumento scalabile secondo la crescita e le necessità.
In generale, la forza e l’estensione con cui si sono imposti nel mercato del software industriale i servizi SaaS avranno un impatto anche sulla crescita della tecnologia AR.
*** Un buon esempio della diffusione del SaaS, è il lancio a maggio dell’undicesima versione del software per il Computer-Aided Design (Cad) Creo® e la release di Creo+™, la versione in modalità Software-as-a-Service o SaaS. Quest’ultima versione del Cad 3D di PTC è più avanzata nella gestione dei cablaggi e della componentistica elettrica, dei materiali compositi, dello sviluppo dei prodotti basato sulla simulazione e la Model-Based Definition.
La progettazione guidata dalla simulazione basata su Ansys e il Generative Design sfrutta già nella prima fase la simulazione efficientando ancora di più le fasi di ideazione, sviluppo e convalida dei progetti, mentre la progettazione generativa migliora il limite dimensionale minimo degli elementi, la progettazione della capacità di carico dei cuscinetti e la gestione dei vincoli di simmetria planare.
Con la Model-Based Definition i modelli 3D contengono tutti i dati necessari alla definizione del prodotto in tabelle molto semplici, i cui contenuti, le indicazioni sui parametri e i riferimenti semantici possono essere facilmente letti non solo dagli operatori, ma anche dalle macchine.
Inoltre, Creo 11 e Creo+ introducono strumenti di Advanced Manufacturing per la parte manifattura additiva e sottrattiva, fino alla creazione di strutture reticolari di efficacia superiore e lavorazioni più fluide, tra cui la fresatura a 4 assi e la tornitura.
Quanto alla progettazione stessa, sono inclusi: la gestione degli assiemi (multibody), i flussi di progettazione delle parti ulteriormente semplificati, le funzioni Shrinkwrap per l’assemblaggio delle varie parti del modello, e il calcolo automatico del volume confezionabile al fine di determinare il packaging ottimale.
Le funzioni dedicate ai sistemi elettrici potenziano la progettazione dei cablaggi semplificando l’integrazione tra ECAD e MCAD, gestiscono con precisione gli ancoraggi dei cablaggi, la posizione dei componenti elettrici e danno una migliore visione d’insieme. Altre funzioni ECAD, come il controllo della trasparenza, migliorano la visibilità a livello dei layer che compongono gli stack-up delle PCB.
Creo11 e il SaaS Creo+ sono 100% compatibili con l’ultima versione on-premise di Creo e, essendo implementato sulla sua stessa tecnologia di base, per la condivisione dei dati non necessita di alcun cambio di formato o traduzione.