All’edge computing andranno investimenti per 8,3 miliardi di dollari nel mondo entro il 2025 . A trainarli sarà l’infrastruttura per la quinta generazione di reti wireless, il 5G. Questo livello di investimenti equivale a una crescita del 200% nell’arco di 5 anni. Lo rivela uno studio appena pubblicato, Edge Computing: Use Cases, Innovation Opportunities & Market Forecasts 2020-2025. I ricercatori di Juniper Research fanno notare che l’incremento degli investimenti da parte degli operatori telco risponde a esigenze critiche: migliorare le funzioni delle reti spostando l’infrastruttura per l’elaborazione dei dati prodotti localmente dal core, le sedi centrali di elaborazione delle reti, alle stazioni base periferiche, vale a dire, l’edge.
L’ industria sta abbracciando le opportunità dell’Internet of Things industriale, IIoT, per il valore che esso offre con la visualizzazione delle operazioni di produzione con la maggiore granularità con la raccolta di big data da sensori e altri dispositivi, come in un altro rapporto di Juniper Research, 5G Networks in IoT: Sector Analysis & Impact Assessment 2020-2025, dal quale emerge che gli operatori dall’IoT potrebbero raccolgiere $8 miliardi entro 2024, ovvero, una cresita del 1400% in 5 anni.
A ciò si aggiungono i molti vantaggi di una prima elaborazione di questi dati sul posto, tra cui la rapidità con cui si possono prendere decisioni e quindi mantenere l’operatività senza passare dall’elaborazione nel cloud centrale. Gli operatori e le aziende in tutto il mondo stanno dedicando molte energie proprio alla progettazione e implementazione delle reti che gestiranno tutto il trasporto dati oltre l’edge.
Non sorprende quindi che per l’edge computing multi accesso si preveda una crescita degli investimenti da parte degli operatori dagli attuali $2,7 miliardi a $8,3 miliardi nel 2025. Buona parte andrà all’aggiornamento delle capacità di rete e alle infrastrutture in grado di gestire il colossale volume di dati che le reti 5G consentono.
“L’edge computing è l’arma segreta del 5G”, mi scrivono da Juniper Research. Il loro studio rivela anche che entro il 2025 il numero di nodi edge multi accesso implementati a livello globale raggiungerà i 2 milioni, rispetto agli attuali 230.000. Queste stazioni base e router svolgeranno un ruolo fondamentale anche nel voluminoso scambio di dati generati da servizi emergenti quali i veicoli connessi e i sistemi di servizi delle città intelligenti.
Proprio le smart cities emergono come settore chiave per operatori e i pianificatori. Le città con servizi intelligenti trarranno enormi vantaggi dall’introduzione dei nodi multi-access, che sono quelli che offrono le migliori condizioni per installare nodi edge compatibili con il 5G. È il caso delle infrastrutture cittadine esistenti, come l’illuminazione stradale, soprattutto nelle aree popolate densamente.
L’Internet of Things, IoT, è anche in Italia uno dei capitoli principali della trasformazione digitale che fa convergere le altre tecnologie dirompenti per l’industria. Di ieri, l’accordo tra Tim e l’italiana Comau, produttrice di macchine utensili, per la creazione e implementazione di soluzioni per l’industria manifatturiera, che includeranno connettività 5G, edge cloud, analisi del data, robotica e intelligenza artificiale, Ai. Un primo risultato della collaborazione è il lancio della soluzione Industrial IoTIM powered by Comau per il monitoraggio e la diagnostica anche da remoto di macchinari industriali con sistemi previsivi e predittivi, utilizzando la piattaforma in.Grid e con la collaborazione di Olivetti, la digital farm del Gruppo Tim. In Italia, il mercato dell’IoT ha raggiunto nel 2019 i €6,2 miliardi di euro, con un incremento del 24% rispetto al 2018, secondo i dati di aprile 2020 dell’Osservatorio IoT della School of Management del Politecnico di Milano “che permetterà a Tim e Comau di aiutare sia aziende di grandi dimensioni sia pmi ad accelerare nel percorso della trasformazione digitale”, dice Maurizio Cremonini, responsabile marketing di Comau.
“È un mercato che sarà sempre più importante con la progressiva implementazione del 5G e dell’intelligenza artificiale”, spiega Massimo Mancini, responsabile entreprise market di Tim. “La scelta di unire le nostre forze riconosciuto a livello mondiale conferma il nostro impegno a promuovere e sostenere il progresso digitale del Paese”.
Un altro esempio delle dimensioni del mercato sono i numeri dell’Iot montato su veicoli ex autostrada, vale a dire, i veicoli connessi nei settori della costruzione, dell’agricoltura , della silvicoltura e minerario, per i quali si prevede un tasso di crescita annuale composto , Cagr, del 15,4%.
Le previsioni per il 2024, come nel rapporto The Global Off-Highway Vehicle Telematics Market di Berg Insight, dicono che i sistemi telematici montati su questi veicoli raggiungeranno i 9 milioni di unità globalmente. La quota maggiore corrisponderà a quelli installati su veicoli del settore della costruzione. Ciò si spiega anche con il fatto che i produttori di macchinari pesanti offrono ormai i sistemi basati sull’Iot nel pacchetto iniziale. Per numero di sistemi , seguono l’agricoltura e il settore minerario, e infine quello della silvicoltura. Anche in quest’ultimo caso i sistemi Iot tendono a essere forniti con i macchinari.
“Caterpillar è stato il primo tra i produttori di macchinario pesante a raggiungere il record di un milione di unità connesse“, spiega Rickard Andersson, l’analista capo di Berg Insight responsabile dello studio. Alla società statunitense seguono con più di 100 mila unità ciascuno JCB, Hitachi Construction Machinery, Deere & Company, SANY, Doosan e Volvo Construction Equipment. Volvo Construction, per esempio, usa da anni la piattaforma IoT di Ptc, ThingWorx.
Uno dei vantaggi per questi attori è la possibilità che l’Iot offre di fornire ai clienti servizi di monitoraggio delle flotte e centri monitoraggio macchine, i machine monitoring centres e gli uptime centres per la riduzione di fermi che questi servizi offrono.
L’incorporazione dell’Ai e del big data in queste soluzioni per i grandi veicoli industriali ex-autostrade”, mi dicono da Berg Insight, “cambierà drasticamente la struttura dei siti dov’essi lavorano e del settore”.