Nokia è molto attiva in questi giorni nello sviluppo e nella graduale implementazione delle tecnologie delle reti più avanzate, proprio in un momento in cui è più evidente che mai l’importanza delle reti telco. Un esempio è l’annuncio di martedì della funzionalità del network slicing, la possibilità di suddividere la banda wireless per utilizzi di tipologie molto diverse, che si riteneva un attributo delle reti 5G, anche per le reti esistenti 4G LTE in combinazione con quelle 5G. L’operatore austriaco A1 e quello finlandese Telia contano di implementarlo a metà anno. La tecnologia apre non solo agli operatori la possibilità di creare nuovi servizi, ma anche agli utenti finali business di pensare a nuovi utilizzi per il cloud. In più, ha stretto 67 accordi commerciali 5G e 18 reti live, oltre tutti gli altri tipi di accordi 5G, come trial di rete a pagamento, progetti pilota e dimostrazioni.
A Massimo Mazzocchini, amministratore delegato di Nokia Italia, ho chiesto di aggiornarci sullo sviluppo delle reti 5G.
Molti operatori in Europa e, soprattutto quelli italiani , devono recuperare consistenti investimenti nello spettro per le reti 5G. Quali sono le loro principali sfide in questo momento?
La prima sfida è avere un approccio end-to-end, perché non si tratta più solo del radio (la parte della rete che si collega ai dispositivi, ndr), ma di tutta la rete: l’accesso radio, il trasporto, il core. Questa è la sfida del mercato, e non solo per gli operatori italiani ma globalmente.
Dal punto di vista tecnologico non ci sono particolari sfide, ma avere una rete end-to-end è il vero grande vantaggio per gli operatori e Nokia è forse il fornitore meglio posizionato per questo tipo di reti.
La cosa importante è che gli operatori trovino il modo di sfruttare al meglio la nuova tecnologia grazie al potenziale per nuove applicazioni, nuovi servizi e modi di interagire con i vari settori [produttivi] che sono completamente diversi dal passato. Sicuramente occorrono degli investimenti.
La sfida che gli operatori affrontano ora è trarre valore dalle nuove reti. Li supportiamo collaborando a nuove applicazioni e servizi da proporre ai loro clienti, oltre che all’automazione della rete per rendere le operazioni di rete più efficienti e portare più rapidamente nuovi servizi sul mercato.
Da quali soggetti vi arrivano le richieste più interessanti o complesse per nuove applicazioni o servizi… dagli operatori, dall’industria, da settori particolari che pensano a trasferire applicazioni industriali sulla rete…?
Per trarre il maggior valore possibile occorre costruire il giusto ecosistema. In questo senso stiamo lavorando direttamente o tramite gli operatori con molte imprese e lo facciamo anche nelle nostre fabbriche.
Un caso veramente interessante è una nostra fabbrica a Oulu, in Finlandia. Lì abbiamo automatizzato tutta la produzione sfruttando la copertura 5G. Come mi ha spiegato il direttore della fabbrica, prima, quando tutte le linee erano interamente cablate, se si modificava anche una piccolissima parte in una linea occorreva tantissimo tempo, talvolta settimane, per riaverla pronta da ripartire. Ora con il 5G si può modificare una parte della linea e averla operativa in molto meno tempo, intanto perché non si deve rifare tutto il cablaggio.
È questo il valore reale dal punto di vista dell’industria che noi apportiamo direttamente o attraverso gli operatori.
Anche nella logistica lavoriamo a progetti molto interessanti. Uno è il Porto d’Amburgo, per il quale assieme a Deutsche Telekom abbiamo vinto anche dei premi. Lì abbiamo testato tre diverse applicazioni in ambiente reale, tra cui la trasmissione di dati ambientali e di posizionamento, la gestione dei semafori e la trasmissione di dati 3D a un’applicazione di realtà aumentata (Ar). La nostra ampia collaborazione con oltre 120 clienti del settore ha portata globale e affronta le immediate esigenze di molteplici segmenti industriali tra cui trasporti, energia, settore pubblico e smart city, manifatturiero e logistico, e altri ancora.
Naturalmente il 5G apporterà benefici anche al consumatore, ma è sul lato industriale che si avranno i benefici più sostanziali.
Per meglio capire i tempi del rollout, quali sono gli attori coinvolti quando si parla di infrastrutture di rete per aree critiche o importanti come porti – il porto di Amburgo – o aeroporti? Operatori, autority, altri enti dei governi…?
Per questo tipo di reti sono coinvolte le imprese, gli operatori e anche i governi, perché naturalmente devono essere realizzate con l’accordo di tutti questi attori. Dal nostro punto di vista, abbiamo tutta la tecnologia necessaria, anche per siti di grandi dimensioni, e fuori dall’Italia le stiamo già realizzando. In generale con i governi interagiscono gli operatori, mentre spesso veniamo coinvolti da autority e governi in qualità di consulenti.
Come vede il ritmo di adozione nelle regioni nel mondo e in Italia?
Nokia è l’unico fornitore di rete la cui tecnologia 5G è stata adottata da tutti e quattro gli operatori nazionali negli Stati Uniti, tutti e tre gli operatori in Corea del Sud e tutti e tre gli operatori nazionali in Giappone. In Europa, stiamo riscontrando alcuni ritardi dovuti alla frammentazione e, in parte, per questioni di regolamentazione. Senza spettro disponibile, non possiamo costruire una rete 5G.
L’Italia in questo panorama si è mossa più velocemente della media europea. Innanzitutto perché le frequenze sono state assegnate con anticipo rispetto a molti altri paesi, un primo passo fondamentale, e poi perché anche il Ministero per lo Sviluppo Economico ha organizzato delle sperimentazioni che ci hanno dato l’opportunità di lavorare già dal 2018, tra l’altro, con Vodafone a Milano, con TIM a San Marino – il primo paese con copertura 5G al 99%.
Nel caso Nokia, ma anche dal punto di vista degli operatori, come vede l’Italia in termini di talento e capacità per la gestione delle nuove reti ?
Ritengo che l’ambiente in Italia sia molto buono, sia per il livello d’istruzione generale, sia per la specializzazione dei tecnici e degli ingegneri impiegati dagli operatori e dai fornitori di infrastrutture per reti.
Nel 2018 abbiamo approvato l’investimento per un hub importante in Italia per la ricerca sui data analytics, che è uno dei tre centri che stiamo avviando nel mondo. La R&S presente nel nostro sito di Vimercate si concentra su tre filoni: il trasporto ottico, le microwaves (per la parte back-haul delle reti) e appunto data analytics. In quest’ultimo ambito, una ricerca importante è quella che riguarda la raccolta dei dati che le reti forniscono. Sono dati che, da una parte, possono essere utilizzati a scopi commerciali, nel caso di imprese o di operatori, ma anche reimmessi nella parte gestionale della rete perché essa migliori da sola la propria efficienza e produttività.
Poiché le antenne delle reti 5G devono essere più dense, si capisce una certa resistenza nell’opinione pubblica verso il 5G. Da dove si comincia?
In Italia abbiamo una legge molto restrittiva riguardo all’inquinamento elettromagnetico*, ma il nostro portafoglio antenne è completo e ci permette di garantire la copertura anche in questo quadro normativo. La discussione sull’eventuale impatto della nuova tecnologia è importante ed è in corso tra legislatori e operatori non solo in Italia, ma in tutto il mondo.
*In Italia e Bulgaria il limite è di 6V/m, ben più stringente dei 41 V/m che raccomanda la Ue in maniera non-vincolante e adottato come limite massimo dalla grande maggioranza dei Paesi Ue. Altri paesi europei (Regno Unito, per es.) e nel resto del mondo si danno dei limiti EME che oscillano tra i 41 e i 58 V/m.