Sulle strade di Torino abbiamo provato auto connesse a una rete 5G, oltre che sulla pista del Lingotto: ne parlo con Gilberto Ceresa, senior manager di FCA responsabile globale per lo sviluppo della tecnologia per il Veicolo Connesso, una – per ora – nicchia molto competitiva.
Le auto oggi sono già connesse: ai nostri smartphone o via Gps o infrarossi, ma non lo sono ancora all’infrastruttura stradale e alle altre auto. La tecnologia telco che offre il maggiore potenziale è il 5G, per la bassa latenza (tempo di trasmissione del segnale che con il 5G si riduce a millisecondi) e la grande capacità del segnale.
Anche se ci vorrà del tempo perché le auto, e in futuro le auto a guida autonoma, camminino connesse a una rete 5G, le auto su strada e in pista a Torino a metà novembre (in calce i dettagli sui casi presentati all’evento “Con il 5G verso il Veicolo-connesso-a-tutto” organizzato dalla 5GAA* ) sono state una prova molto concreta del futuro e di quanto stiano lavorando intensamente i centri di ricerca degli operatori, delle case automobilistiche e dei fornitori di infrastruttura per le reti telecom.
Girare sulle auto presentate da FCA e da altri membri della 5GAA non rende l’idea della complessità della tecnologia che sta dietro e la cui offerta continua ad aumentare. Come affronta questo quadro un car maker come la FCA?
Innanzitutto, da pochi mesi abbiamo lanciato sul mercato un’ulteriore evoluzione della nostra piattaforma tecnologica – il cui nome commerciale è myUconnect. in poche parole, myUconnect integra i sistemi dei nostri partner**, il nostro ecosistema, per gestire i sistemi e le funzionalità a bordo veicolo e, in particolare, la Telematic Box che collega il veicolo con il cloud e il nostro sistema di infotainment. Questo nuovo sistema di infotainment sarà Android-based e potrà quindi gestire applicazioni Android e un’app store attraverso il quale gli utenti potranno anche fare acquisti come il carburante o il caffè, oppure chiedere al proprio veicolo elettrico di programmare una sosta nella stazione di ricarica più comoda durante un viaggio. Per svolgere queste funzioni, questo ecosistema utilizza anche uno off-board, che connette il veicolo verso l‘esterno con il cloud. È un ecosistema che sfrutta la tecnologia disponibile oggi che è l’infrastruttura LTE E 4G, ma è già predisposto per il 5G.
A Torino, come ha visto, abbiamo presentato alcuni prototipi che sono dei test già reali. Con i nostri vari partner stiamo portando avanti questi test e realizzando delle proof of concept. Ci stiamo preparando per essere pronti quando le infrastrutture 5G sul territorio saranno rese disponibili con una buona copertura dagli operatori telecom
Per concludere, la tecnologia a bordo veicolo sta diventando sicuramente sempre più complessa, e gli auto maker devono sempre più integrare non solo dei componenti hardware a bordo ma anche software e soluzioni nel cloud.
Con queste nuove tecnologie, l’automobile diventerà sempre più un mezzo non solo per spostarsi ma anche per gestire servizi connessi, con un’evoluzione analoga a quella del cellulare, che anni fa si utilizzava solo per telefonate ed SMS e oggi si usa per qualunque cosa.
Come ci dice anche lei, i partner nei settori chiave sono molto attivi, ma il consumatore capisce le potenzialità e sarà disposto a pagare?
L’industria, i partner tecnologici e tutti gli auto maker, hanno capito l’evoluzione e tutti stanno investendo.
Il consumatore probabilmente lo capirà a mano a mano che i nuovi servizi saranno resi disponibili. In particolare le nuove generazioni, i nativi digitali che sono già molto più connessi e abituati alla shared economy digitale, per esempio.
Una cosa importante per noi è che, nello spirito dei nostri brand, questa tecnologia sia semplice da utilizzare e si connetta con le diverse reti e infrastrutture in modo immediato e trasparente per il cliente, come avviene per lo smartphone. Lavoriamo in questo senso. Non è un processo on-off, ci vorranno anni per completare il processo di evoluzione, e anche dei cambi generazionali e l’evoluzione dei veicoli.
L’ecosistema reti-auto che state costruendo potrà essere replicato nelle varie regioni?
Noi puntiamo assolutamente a creare un ecosistema globale. Cerchiamo delle soluzioni che siano portabili in tutte le regioni, perché altrimenti gli investimenti sarebbero più difficili da sostenere. Ci saranno poi delle specificità legate alle regolamentazioni locali, come può essere il caso della Cina. Il nostro piano è comunque di creare una soluzione globale e per questo puntiamo molto anche su associazioni come la 5GAA* per portare gli standard a livello globale.
A monte c’è la filiera della fornitura che ora è coinvolta nelle tecnologie altrettanto quanto i prodotti…
Infatti, non si tratta solo dei clienti. Ci saranno molti benefici potenziali per l’azienda anche nella filiera dei fornitori e per i concessionari, come la possibilità di diagnosi remota o l’anticipare i problemi del veicolo. Un aspetto importante sarà inoltre, sempre più, la possibilità per l’azienda di restare collegata al veicolo lungo tutto il suo ciclo di vita. Oggi un veicolo ha un ciclo di vita di circa 8-10 anni, ma le statistiche ci dicono che dopo i primi anni i clienti si allontanano progressivamente dai servizi del costruttore. Riuscire a distribuire nuove funzionalità e applicazioni al cliente anche tre o quattro anni dopo la vendita del veicolo sarà un passo avanti importante in termini di fidelizzazione.
In questa fase, qual è la vostra più grande sfida?
Forse l’integrazione di molte componenti, come dicevamo prima. Ma anche la necessità di aggiornare continuamente le nostre competenze.
Le persone sono un elemento fondamentale perché la tecnologia si può acquistare, ma poi ci vogliono le persone che la mettano insieme e la integrino nei nostri veicoli come vogliamo noi per fornire al cliente dei nostri marchi, da Maserati, a Jeep, Alfa Romeo, Fiat e Lancia, una esperienza di guida e di servizi di mobilità in linea con lo spirito dei nostri brand.
* La 5GAA, 5G Automotive Alliance è l’associazione creata dagli operatori telco e dalle case automobilistiche per sviluppare soluzioni per il futuro della mobilità e dei trasporti.
** I partner dell’attuale ecosistema di FCA sono Samsung Harman e Google, mentre la sperimentazione 5G coinvolge Tim, Vodafone, Harman, Links Foundation, Marelli, Continental, Qualcomm e altri.
Le demo
See throught, Vodafone con Fca, Magneti Marelli e Altran: la tecnologia veicolo-veicolo (V2V) permette lo scambio di video tra vetture in tempo reale difatti estendendo difatti il raggio visivo del guidatore alla strada davanti ai veicoli che lo precedono – il sistema avverte l’automobilista e può persino attivare in automatico una frenata di emergenza grazie alla rete 5G, che trasmettendo in tempo reale, è in grado di anticipare i tempi di reazione dell’automobilista e dei normali sistemi di assistenza alla guida.
La guida assistita, Fiat Chrysler con Continental e Qualcomm: le autovetture comunicano tra loro, con altri utenti della strada e con l’infrastruttura in tempo reale, anche in aree prive di copertura di reti mobili grazie alla tecnologia C Vehicle-to-Everything (C-V2X).
Possibili applicazioni:
- lo Stationary Vehicle Warning (SVW), un sistema di allerta per i veicoli in arrivo che si attiva quando il veicolo fermo accende le luci di emergenza;
- l’Emergency Electronic Brake Light (EEBL), un sistema che allerta le vetture in arrivo che un’auto ha frenato improvvisamente creando una situazione potenzialmente pericolosa, che si attiva in caso di frenata improvvisa.
Torino Digital Mobility Platform, Fca con Tim, Links e Politecnico di Torino: il sistema di allerta avvisa gli automobilisti su eventi critici quali incidenti, ostacoli o rallentamenti elaborando i dati rilevati con geolocalizzazione urbana vicino alla fonte (cloud edge) e rendendoli disponibili in tempo reale. L’insieme delle informazioni rilevate può essere utilizzato dalle autorità o enti stradali o amministrativi per dare informazioni in tempo reale al fine di ridurre disagi, tempi di percorrenza ed emissioni inquinanti.