Giovedì 4 luglio è stato un giorno cruciale per il futuro dei settori automobilistico e delle telecomunicazioni. Gli Stati membri della UE hanno respinto la norma proposta dalla CE che intendeva imporre la tecnologia wi-fi per la connettività che permetterà alle auto future di comunicare tra loro e con le infrastrutture del trasporto, quali i semafori.
La notizia non ha avuto una grande eco, eppure il suo potenziale effetto si proietta molto lontano, vale a dire, all’obiettivo ultimo di eliminare del tutto gli incidenti stradali grazie ad auto che comunicano tra loro e con l’ambiente circostante.
Aziende quali Volkswagen, Renault e Toyota (all’inizio), GM e Volvo Group avevano proposto il sistema wi-fi, sostenendo che era l’unica tecnologia di provato funzionamento e che avere normative e linee guida dalla UE al riguardo avrebbero dato chiarezza alle case automobilistiche per procedere nella nel percorso verso le auto connesse e poi autonome.
Nell’altro campo che preferisce la tecnologia cellulare, 4G LTE o 5G, per la connettività tra auto, prevalente anche negli Usa e in Asia, ci sono aziende quali Ford, Bmw, Audi, Daimler e Qualcomm. Tra le loro ragioni: evitare di essere costrette a investire in una tecnologia ormai non più moderna come il wi-fi, che oltre tutto offre prestazioni inferiori rispetto a quella cellulare fornita dalle reti 5G.
I due argomenti della CE per escludere per legge per l’Europa la tecnologia cellulare a favore della tecnologia wi-fi, o Dedicated Short-Range Communications (DSRC), sono stati che la tecnologia cellulare non sarebbe disponibile in aree con ricezione cellulare limitata o assente, e che comporterebbe un costo superiore,
Considerando che, tra l’altro, nessun esperto ha pubblicamente escluso che le future auto connesse possano utilizzare entrambi gli standard contemporaneamente, le due argomentazioni sono state confutate dai sostenitori della connettività cellulare, detta Cellular Vehicle to Everything (C-V2X).
L’obbligatorietà della tecnologia wi-fi per le auto “condannerebbe fondamentalmente al fallimento l’obiettivo comune [dell’Europa] di rendere più sicure e intelligenti le strade europee” oltre alle “ambizioni europee riguardo al 5G”, ha scritto Mats Granry, direttore di GSMA, l’organizzazione degli operatori di telecomunicazioni.
A maggio, negli Usa, la Toyota, la più grande casa automobilistica al mondo per volume, che inizialmente aveva sostenuto la tecnologia wi-fi per la sua produzione di auto connesse per gli Usa a partire dal 2021, ha deciso di annullare il progetto wi-fi.
“Sebbene persista l’entusiasmo generale per la tecnologia DSRC e i sui benefici se diffusa vastamente, (…) non abbiamo visto impegni significativi da parte di altre case automobilistiche”, scrive Toyota alla Federal Communications Commission (FCC) Usa. “Senza un maggiore impegno dell’industria automobilistica [nel suo complesso] per l’implementazione della tecnologia, non potranno realizzarsi pienamente i vantaggi per la sicurezza nella comunicazione veicolo-veicolo (V2V) che dev’essere [un progetto] cooperativo”.
Toyota cita anche l’incertezza normativa riguardante la DSRC rispetto alla C-V2X come ragione per la sua decisione.
La proposta della CE sul wi-fi come tecnologia obbligatoria ha suscitato molte critiche nel settore telco e automobilistico – Audi, Bmw e Deutsche Telekom – che hanno sostenuto che l’adozione del più vecchio standard wi-fi avrebbe ostacolato gli investimenti 5G in Europa.
Non è la prima volta in cui la Commissione Europea sembra considerare solo lateralmente lo sviluppo di nuove e più avanzate tecnologie anche in altre regioni del mondo.
La Commissione per il trasporto e il turismo del Parlamento Europeo ha respinto la proposta della CE di una tecnologia unica obbligatoria per la comunicazione tra le auto, raccomandando invece che la UE adotti una proposta neutrale dal punto di vista tecnologico in grado di accomodare sia lo sviluppo del 5G sia quello di altre tecnologie future.